Oggi molti di noi utilizzano strumenti digitali di videochiamata e video conferenza per parlare con parenti e amici o per fare riunioni di lavoro con colleghi che si trovano in altri luoghi. Abbiamo adottato un nuovo modo di entrare in relazione a distanza, ma come ci cureremo grazie al digitale? Il mondo scientifico e il settore sanitario utilizzano già oggi la collaborazione remota quale strumento fondamentale per aggregare conoscenze e competenze durante la cura del paziente.
L’interoperabilità sanitaria sarà il fulcro di un ecosistema incentrato sul paziente. Ma l’interoperabilità da sola non è sufficiente, è necessario garantire la trasparenza quando si tratta di accedere, comprendere e controllare i dati sanitari per prendere decisioni sanitarie ben informate ed economicamente vantaggiose. Questi elementi, insieme, possono contribuire a realizzare cure personalizzate, convenienti e accessibili con risultati migliori per i pazienti, tracciando un percorso verso un’innovazione medica più rapida.
Quindici anni fa, se fossi entrato in un pronto soccorso a mille miglia da casa i medici del pronto soccorso non avrebbero avuto accesso a informazioni potenzialmente salvavita nella tua cartella clinica, come le tue allergie o un elenco di farmaci che stavi assumendo. Solo il 10% degli ospedali statunitensi disponeva di sistemi di cartelle cliniche elettroniche (EHR). Oggi cosa è cambiato?
L’uso della telemedicina è diminuito dal culmine della pandemia di COVID-19, ma rimane un veicolo importante per fornire molti tipi di assistenza. Per valutare lo stato attuale della telemedicina, Doximity ha intervistato 1.200 medici e 2.400 pazienti adulti sulle ragioni per le quali utilizzano la telemedicina e sul suo impatto sulla qualità e sull’accesso alle cure.
I vantaggi dell’assistenza ospedaliera virtuale, raccontati attraverso un caso studio di successo di un servizio ospedaliero virtuale australiano. Tra i benefici riscossi si evidenzia una maggiore capacità di assistenza, costi inferiori e una maggiore soddisfazione dei pazienti rispetto alle controparti tradizionali.